La prima storia che vi presento s'intitola, appunto, "La danza della sirena".
Si tratta a tutti gli effetti di un racconto breve, ma non brevissimo. A scanso di equivoci, mi riferisco a circa sei pagine di word.
Nei post che pubblicherò successivamente a ciascuna storia, per chi vi fosse interessato, verranno forniti maggiori dettagli e curiosità su ognuna di esse; così da non anticipare nulla, almeno inizialmente, e lasciare che sia il racconto a parlare.
In questo caso specifico preferirei non rivelare il genere, chiarendo che, comunque, si tratta di una storia accessibile a tutti, sin dalla più tenera età.
Seguono le prime righe del racconto, per accedere alla storia completa potete cliccare sul link a fondo pagina:
La danza della sirena
In un’epoca remota, nelle placide coste di una terra sconosciuta, custodi di un grande mare azzurro e cristallino, viveva una creatura leggendaria di rara bellezza: una sirena.
La metà superiore, infatti, era quella di una giovane donna; dal fisico longilineo e perfetto; i lunghi capelli sinuosi e chiari; gli occhi limpidi, come due gocce d’acqua marina; le labbra fini e rosee, custodi di un sorriso stuzzicante.
La metà inferiore, invece, era affine al suo elemento. Sviluppatasi come una grande coda ricoperta di squame, colorate e brillanti come i più bei coralli del fondale, le permetteva di nuotare rapida e aggraziata nelle profondità marine.
Ella, per molti degli uomini di quelle terre, non era altro che un mito; per altri, un mostro da temere superstiziosamente. Lei stessa, dunque, era l’unica custode della verità di sé.
La metà superiore, infatti, era quella di una giovane donna; dal fisico longilineo e perfetto; i lunghi capelli sinuosi e chiari; gli occhi limpidi, come due gocce d’acqua marina; le labbra fini e rosee, custodi di un sorriso stuzzicante.
La metà inferiore, invece, era affine al suo elemento. Sviluppatasi come una grande coda ricoperta di squame, colorate e brillanti come i più bei coralli del fondale, le permetteva di nuotare rapida e aggraziata nelle profondità marine.
Ella, per molti degli uomini di quelle terre, non era altro che un mito; per altri, un mostro da temere superstiziosamente. Lei stessa, dunque, era l’unica custode della verità di sé.